I funerali di Stato: l’estremo saluto comunitario
Le procedure dell’estremo saluto sono strettamente legate a fattori culturali. Queste diventano peculiari quando si tratta della scomparsa di cariche istituzionali o personalità illustri. L’evento dei funerali di Stato non si contraddistingue solo per il protocollo ma anche per l’alta carica emotiva: è un momento di raccoglimento dell’intera comunità che si stringe attorno alla famiglia dello scomparso per onorarne la vita. Molti si ricorderanno dei funerali di Stato dell’ex capo dello Stato Sandro Pertini ancora oggi conosciuto come il “presidente più amato degli italiani”. I funerali di Stato sono esequie solenni regolate da leggi e normative che ne sanciscono il protocollo e quali personalità ne possono beneficiare.
Le leggi che regolano i funerali di Stato
I funerali di Stato differiscono dai riti funebri comuni per vari aspetti. Innanzitutto, è richiesta la presenza delle massime cariche istituzionali durante le esequie. Ai piú recenti funerali di Stato dell’ex ministro dell’Interno, Roberto Maroni erano presenti il presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, il presidente del Senato Ignazio La Russa e il presidente della camera dei Deputati Lorenzo Fontana. I costi delle esequie di Stato sono presi in carico dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. La cerimonia è regolata da normative che determinano quali personalità hanno diritto al rito e come questo deve svolgersi. Nello specifico si tratta della:
Il testo principale delle direttive è realizzato dal Dipartimento del Cerimoniale di Stato¹ che si occupa dell’organizzazione della funzione.
Chi può beneficiare dei funerali di Stato
I funerali di Stato sono un rito destinato a personalità specifiche di rilievo nazionale o internazionale. In particolare, i beneficiari includono il Capo dello Stato e i presidenti di Senato, Camera, Consiglio dei Ministri e Corte costituzionale. Per le cariche appena elencate, la disposizione prevede che i funerali di Stato siano svolti sia se il decesso avviene durante la permanenza in carica sia dopo la cessazione di essa. La legge è diversa per quanto riguarda i Ministri che ne possono beneficiare solamente in caso di decesso durante la permanenza in carica.
Oltre alle massime cariche dello Stato, le esequie di Stato possono essere rese, su delibera del Consiglio dei Ministri, a:
Il lutto pubblico e le bandiere a mezz’asta
Il protocollo per i funerali di Stato regola non solo le procedure durante la cerimonia funebre ma anche i momenti precedenti alle esequie. Come prima cosa, la Presidenza del Consiglio dei ministri proclama il lutto pubblico locale o nazionale. Nel caso di lutto nazionale, la notizia della scomparsa viene divulgata anche tra i vari rappresentanti diplomatici. Le autorità pubbliche sono obbligate ad astenersi da impegni sociali fatta eccezione delle manifestazioni di beneficenza. Gli edifici pubblici devono “vestirsi” per il lutto: le bandiere esterne vengono poste a mezz’asta mentre quelle interne vengono abbrunate con due strisce di velo nero a cravatta.
Il luogo del rito e la camera ardente
Il luogo del rito e della camera ardente viene scelto dalla famiglia dello scomparso che deve consultarsi con il Dipartimento del Cerimoniale di Stato. La famiglia o il deceduto possono scegliere di avere una cerimonia privata. Questa eccezione non può essere applicata nel caso dei funerali di Stato del Presidente della Repubblica o dei Presidenti degli organi costituzionali in carica, salvo diversa indicazione da parte degli stessi. Per quanto riguarda la camera ardente, questa può essere allestita nella sede dell’istituzione se lo scomparso era titolare di un organo pubblico.
L’arrivo del feretro e la cerimonia
Una volta scelto il luogo della celebrazione, il feretro viene trasportato a destinazione secondo le modalità stabilite dal regolamento militare sul servizio territoriale e di presidio o rispettando le disposizioni della Presidenza del Consiglio dei ministri. La processione al seguito del feretro può essere composta da familiari e da persone appartenenti alla stessa istituzione dello scomparso. Il feretro deve essere scortato da sei figure che cambiano in base al ruolo del deceduto:
Il protocollo per i funerali di Stato del Presidente della Repubblica in carica o un ex prevede che il feretro sia preceduto dal capo dell’anticamera presidenziale in livrea che sorregge un cuscino di velluto nero sul quale è adagiato il Gran Cordone dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.
Nel caso di altre personalità, sul feretro possono essere apposte le insegne pubbliche dello scomparso come un copricapo militare oppure una toga d’udienza. La bandiera nazionale avvolge il feretro nelle esequie del Presidente della Repubblica, di un ex Presidente della Repubblica, dei militari caduti per la Patria, dei dipendenti pubblici caduti nell’adempimento del dovere, delle vittime di azioni terroristiche o di criminalità organizzata, delle Medaglie d’oro al Valor militare. Mentre la cerimonia può essere eseguita pubblicamente, a seconda dei desideri della famiglia dello scomparso o dello stesso, la cremazione o tumulazione si svolge in forma privata.
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Abbigliamento e musica
Il protocollo dei funerali di Stato prevede delle regole anche per l’abbigliamento e la musica. Durante la cerimonia, per esempio, gli uomini indossano un abito scuro con cravatta nera mentre per le donne si preferisce un abito nero o scuro. In alcuni casi particolari, la Presidenza del Consiglio dei ministri può richiedere il frac con gilet nero per gli uomini e l’abito nero lungo per le donne. Dal canto loro, i militari e gli appartenenti ai corpi militari devono indossare la divisa del Corpo di appartenenza. Durante il rito, possono essere eseguite delle musiche scelte dalla famiglia o dallo scomparso. L’inno nazionale, invece, viene eseguito solamente all’arrivo e alla partenza del feretro del Presidente di Stato.
NOTE
1 Per approfondire: Ufficio del Cerimoniale di Stato
2 Per approfondire: Fondazione Mike Bongiorno